Scopriamo i tensioattivi

Quanti residui di detersivo rimangono effettivamente sulla biancheria fresca di bucato?
Questa è una domanda che ci poniamo troppo raramente ma che accompagna ogni giorno la nostra pelle.

Pulire gli esterni

 

I tessuti appena lavati possono contenere residui di tensioattivi che garantiscono un efficace effetto pulente del detersivo ma allo stesso tempo possono avere conseguenze se presenti in dosi elevate.

Esperti suggeriscono che soprattutto neonati, bambini piccoli, persone con pelle sensibile o persone allergiche possono soffrire di irritazioni cutanee o eczemi a causa dei residui di detersivo sui tessuti.

 

Cosa posso scegliere affinché il prodotto che io acquisto e che uso tutti i giorni sia una scelta di sostenibilità attuabile anche lavando il bucato?

Tutti i giorni possiamo scegliere che tipo di prodotto vogliamo utilizzare. Cerchiamo di capire in quale in maniera consapevole possiamo agire.

Partiamo dalle materie prime che possono venire da due mondi:

  1. una materia prima di origine petrolchimica che in genere viene impiegata per produrre energia ma può essere anche la fonte per produrre un detersivo o un cosmetico
  2. Una materia prima di origine vegetale, quindi oleochimica.

Il principio di qualsiasi prodotto lavante è il tensioattivo. Questo agisce come un fiammifero, costituito da uno stelo e dalla sua capocchia.
La capocchia è quella che da il nome al tensioattivo che potete trovare sull’etichetta come tensioattivo anionico (carica -), cationico (carica +), anfotero (carica sia + che -), non ionico (privo di carica).
Il fiammifero quindi svolge l’azione lavante. Lo stelo del fiammifero è la parte lipofila, cioè quella che “ama” lo sporco mentre la capocchia è la parte idrofila cioè quella che “ama” l’acqua.
Operando su una superficie sporca, l’acqua rimuove e porta via tutto quello che è idrosolubile cioè che si soglie nell’acqua ma la rimozione dello sporco grasso è molto più faticosa . Ed è proprio in questa fase che interviene il fiammifero: lo stelo (parte lipofila) si infila nello sporco mentre la capocchia (parte idrofila) rimane al di fuori dello sporco.
Il risciacquo con acqua trascina via la capocchia che a sua volta si porta dietro lo stelo e trascina via con sé lo sporco.

Il problema è la tipologia di fiammifero cioè di tensioattivo presente nel prodotto che stiamo utilizzando. Lo stelo del nostro fiammifero può essere di origine petrolchimica quindi da fonte non rinnovabile (come il dodecil benzene solfonato di sodio presente nella gran parte dei detersivi convenzionali) oppure può essere un alcool grasso polietossilato (che è una via di mezzo tra uno stelo tutto petrolio e uno stelo naturale) oppure può essere di origine vegetale (proveniente da un olio o composto sia da un olio sia da uno zucchero, come ad esempio il coco glucoside).

La presenza di etossilati permette di scrivere nell’etichetta dei detersivi che la composizione è a base di tensioattivi vegetali, gli etossilati sono però quei fiammiferi di cui lo stelo è di origine composta, in parte vegetale (olio) e in parte petrolio etossilato.
In questo modo il tensioattivo produce tanta schiuma e un consumatore spesso associa l’efficacia di lavaggio alla quantità di schiuma prodotta, ritenendo così il detergente non impattante e di qualità.

Ecco perché sul mercato sono diventati così diffusi i tensioattivi di origine vegetale anche se in realtà si tratta di etossilati, quindi non completamente vegetali.

 

Ecco qualche trucco per imparare a riconoscerli:

Il suffisso “th”
lo stelo del nostro fiammifero è stato etossilato, cioè ha una frazione di origine petrolchimica (dal 30 al 70%) da fonte non rinnovabile, quando il suo nome presenta un suffisso “th” (es. Coceth, Pareth, Mireth).

La parola eter o etossi
leggendo il nome è presente la parola Petrolio, Etere, Cocco Etere Solfato di Sodio, Alcol Grasso Etossilato).

Numero
Il numero di atomi di Carbonio (C12, C18). Se il numero è pari vuol dire che la provenienza è tutta vegetale, se il numero è dispari vuol dire che c’è una componente petrolchimica.

I suffissi “yl”, “ato”
quando il nome presenta il suffisso “yl” o “ato” (es. Cocoyl, Oil, Cocoato) lo stelo del nostro fiammifero ha origine esclusivamente vegetale

    In sintesi:

  • Il suffisso “th”
  • la parola eter o etossi
  • Il numero dispari di C
  • Il suffisso “yl”, “ato”
  • Il numero pari di C

Così ora in modo autonomo potete conoscere quale tipo di tensioattivo è presente nel prodotto che avete tra le mani!


 

L’approccio ENJO

Noi di ENJO siamo sempre stati sensibili all’impatto ambientale dei tensioattivi e grazie allo studio effettuato da un laboratorio indipendente di test, possiamo con sicurezza dichiarare gli effetti e l’impatto del nostro detersivo Fior di Lavanda.

Durante il test gli indumenti sono stati lavati sia con un detersivo convenzionale di marca sia con il detersivo per bucato Fior di Lavanda di ENJO e su ciascun capo è stata testata la presenza di tensioattivi.
Sui capi lavati con un detersivo convenzionale di marca è stata rilevata la presenza di tensioattivi in quantità pari a 19,68 mg per litro, ovvero 9 volte più tensioattivi rispetto al liquido per bucato ENJO con solo 2,01mg per litro.

Inoltre, i tensioattivi presenti nel Fior di Lavanda ENJO sono esclusivamente di origine vegetale, ecco gli ingredienti:

  • 5-15% tensioattivi anionici (tensioattivi a base di alcol grasso vegetale): palma da cocco (estratto dalla polpa essiccata, chiamata copra)
  • 5-15% tensioattivi non ionici (coco glucoside): mais dolce e palma da cocco (estratto dalla polpa essiccata, chiamata copra)
  • < 5% sapone (sapone di olio vegetale): colza e girasole
  • Acqua
  • Sale delle Alpi austriache
  • Etanolo: mais dolce
  • Olio d’arancia (contiene limonene): scorza d’arancia (riciclaggio dei rifiuti: ottenuto dalla buccia della produzione del succo)
  • Olio di lavanda: fiori di lavanda
  • Olio di pino mugo (pinus mugo)
  • Denaturante: Per legge, all’etanolo (= alcol) deve essere aggiunto un denaturante artificiale (odore e tarabuso) per rendere l’alcol imbevibile.

 

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